venerdì 10 giugno 2011

06_LE CONTINGENZE GIOIOSE




Non bisognava che il Cristo sopportasse questa sofferenze per entrare nella sua gloria?” Lc 24,26

Ripensa a qualcuno degli episodi dolorosi della tua vita. Per quanti di essi oggi devi essere riconoscente, perché proprio grazie a essi tu sei cambiato in meglio e sei cresciuto!
Si tratta di una verità irrefutabile della vita che però i più non arrivano mai a scoprire. Le contingenze gioiose ci rendono godibile la vita ma non ci guidano alla scoperta di noi stessi, né alla crescita e alla libertà. Questo privilegio è riservate alle cose, alle persone e alle situazioni che ci procurano sofferenze. Ogni evento doloroso racchiude in sé un germe di crescita e di liberazione.
Alla luce di questa verità, ripercorri la tua vita passata e da’ uno sguardo all’uno e all'altro degli episodi di cui non hai un grato ricordo, e vedi se ti riesce di scorgervi il potenziale di crescita che essi racchiudevano, di cui tu non hai avuta coscienza e da cui perciò non hai tratto alcun beneficio.
Ripensa ora a qualche avvenimento recente che ti arrecò sofferenza, che lasciò in te un segna negativo. Chiunque o qualunque cosa ti abbiano lasciato quel segno, furono tuoi maestri, perché ti svelarono angoli di te stesso che tu probabilmente neppure conoscevi. E si risolsero per te in un invito, una sfida a conoscere te stesso, a scoprire te stesso: furono in definitiva un invito alla crescita, alla vita e alla libertà.
Prova ora a identificare questi sentimenti negativi che quegli eventi fecero sorgere in te, sentimenti di ansia, di insicurezza, di gelosia o di rabbia o sensi di colpa. Che cosa ti dicono questi sentimenti su te stesso, sui tuoi valori, sul tuo modo di percepire il mondo e la vita e, soprattutto, sulla tua pianificazione e sui tuoi condizionamenti?
Se riuscirai a scoprire questo, ti libererai di alcune illusioni che hai nutrito finora, oppure correggerai una percezione errata o una idea falsa, oppure imparerai a prendere le distanze dalla tua sofferenza, perché capirai che essa è provocata dalla tua pianificazione e non dalla realtà. E ti scoprirai improvvisamente colmo di gratitudine per quei sentimenti negativi e per quella persona o cosa che te li ha provocati.
Ora fa' un altro passo avanti. Guarda tutto ciò che non ti piace in te stesso, di ciò che pensi, senti, dici e fai: le tue emozioni negative, i tuoi difetti, i tuoi lati negativi, i tuoi errori, tutti i tuoi attaccamenti e le tue nevrosi, i tuoi complessi e, sì, anche i tuoi peccati. E cerca di vederli tutti e ognuno come necessari punti di avvio per il tuo sviluppo, che racchiudono, ognuno, una promessa di crescita e di grazia per te e per gli altri, crescita e grazia che non ci sarebbero mai state senza questa cosa che tanto t'è dispiaciuta.
Che se hai cagionato tu stesso sofferenza o sensazioni negative in altri, non sarai forse stato per essi in quella occasione un maestro, uno strumento che ha offerto loro un seme per l'autoscoperta e la crescita? Vedi se riesci a estendere questa osservazione anche dentro di te, fino a vedere tutte queste cose come una “felix culpa”, un peccato “necessario” che porta così tanta grazia a te e al mondo.
Se ci riuscirai, il tuo cuore sarà invaso da pace, gratitudine, amore e accoglienza verso ogni singola cosa. Avrai scoperto allora ciò che la gente in ogni luogo cerca e non trova mai: cioè la sorgente prima della serenità e della gioia che sta nascosta in ogni cuore umano.
(A.D.)

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