giovedì 21 aprile 2011

03_UN AMORE CHE NON TI GIUDICA





A un essere umano può interessare un accostamento a Dio che non sia concepito in termini di relazione interpersonale d’amore?

In realtà, in questa relazione ipotetica e misteriosa con un Dio, l’uomo ricerca qualcosa che non riesce ad avere nelle meste relazioni meramente umane, come le accredita tutta la letteratura antica e contemporanea, dove le relazioni vengono vissute e descritte quasi sempre in termini di fallimento, dando a intendere che sono poco più che possibili ma mai durature.
Allo stesso tempo, in questa letteratura, si indovina sempre l’amarezza del non poter conseguire qualcosa che abbia a che vedere con l’eterno, poiché ogni amore che inizia nutre l’illusoria e vana pretesa di durare per sempre, altrimenti non si capirebbe il fuoco dell’innamoramento.

È assai probabile che l’uomo del nuovo secolo si senta maggiormente propenso a frugare nei rapporti d’amore, per trovarvi nuove corde in grado di far vibrare e ricercare nuove dimensioni, più interiori e più autentiche: quel gusto di amarsi in assoluta libertà e senza maschere, senza dover dimostrare nulla all`altro, perché l`amore fa sì che ti senti accolto come sei, senza alcuna pretesa di cambiarti se non per la forza stessa dell'amore, che è dinamico e mai impositivo.
Soltanto un Dio intuito come prototipo di un amore che sembra impossibile - al quale tuttavia l’uomo non solo non rinuncia, ma in realtà continua a cercare consciamente o inconsciamente per tutta la vita, e che finisce per sostituire con surrogati e caricature d’amore - potrà ridestare l`interesse delle nuove generazioni, stanche di accumulare oggetti mentre ricercano sensazioni e realtà impalpabili e misteriose che abbiano a che vedere con l’amore.
Si parla anche dell`amore come ricetta immunologica nel campo della medicina, visto che non pochi medici ritengono che l`amore profondo, vissuto con gioia aumenta considerevolmente le difese dell’individuo.
E cresce tra i giovani l’interesse per l`amicizia profonda.
E che altro è stata la psicoanalisi, se non lo sforzo, a volte riuscito e a volte fallito, di ricomporre nella persona il quadro frantumato dei suoi rapporti personali e interpersonali, per poter vivere con serenità e piacere la propria vita amorosa?
Se è difficile concepire una felicità totalmente scissa dall’amore - per quanto ci si venga a dire che il potere supera tutte le altre esigenze umane - sarà pure sempre più certo che la nuova immagine del Dio del 2000 avrà forti attinenze con i misteri dell'amore. Si tratta di un campo nel quale l’uomo, che sta arrivando a piegare la materia e a conquistare il cosmo, ha solo fatto passi da neonato nel corso dei suoi milioni di anni d’esistenza sulla terra.
L`essere umano e ancora un bambino piccolo piccolo nell`esperienza amorosa.
Se la nevrosi, con tutte le sue patologie, è la malattia del secolo che finisce e l'infelicità il comune denominatore degli occidentali affannati nella loro vana onnipotenza razionalista che ha impedito loro di vedere la bellezza delle cose più piccole che li circondano, è facile indovinare che le prossime generazioni daranno maggiore importanza a ciò che li farà più sereni e più liberi, forse meno ricchi ma anche meno ansiosi e meno disperati.
Lo aveva intuito lo stesso Camus quando scriveva: "Sprofondati, nonostante il nostro giovane sangue, nella terribile vecchiaia di quest'ultimo secolo, sentiamo la mancanza dell’erba di tutti i tempi, della foglia d’ulivo che ormai non andremo a vedere per se stessa e delle uve della libertà. L’uomo è dappertutto, e dappertutto sono le sue grida, il suo dolore e le sue minacce. Fra tante creature riunite, non c’è più posto per i grilli. Basta pernottare in Provenza, basta una collina perfetta, un odore di sale, per rendersi conto che tutto è in divenire. Dobbiamo tornare a inventare il fuoco".
Nella lotta eterna tra l’amore e il potere, non lo so quando - forse soltanto alla fine dei tempi - ma qualche volta l’amore potrebbe finire per avere il sopravvento sul potere.
L’intera letteratura universale è letteratura d’amore. Tutte le storie finiscono per essere storie d’amore, e tutti i film e tutte le musiche sono stati realizzati perché mossi da qualche tipo d’amore. Anche il formidabile e terribile film "Pena di morte" non è che una grande storia d’arnore.
Ma finora la forza del potere finisce sempre per vincere sull’amore; si ammira più chi comanda che chi ama. Per questo la maggior parte delle storie finisce male: perche non si crede che l’amore possa trionfare sul potere e il denaro, e che l’amore possa bastare.
Ho cercato nella letteratura contemporanea qualche pagina che potesse essere indicativa di che cosa potrebbe significare per una persona un amore che si spinga più in là di cio che siamo soliti conoscere e vivere. Qualcosa di simile alla poesia del "Cantico dei Cantici", ma vissuta da una persona del nostro secolo.
Non l’ho trovata, perché quasi tutti gli amori letterari finiscono male, sono infedeli e senza speranza, imbevuti di incredulità. Ed e stato un mio amico a farmi avere un documento interessante sullo sconcerto di una donna del nostro tempo - che aveva trovato un amore che la riempiva - nello scoprire che il suo uomo possedeva una cosa tanto semplice come quella di accoglierla cosi com’era, senza volerla cambiare.
È ciò che più somiglia a quanto potrebbe essere emblematico: sentirsi amati da un Dio che non ti esamina prima di amarti, né ti giudica dopo averti conosciuto; che non ti condanna per i tuoi errori, né ti castiga per le tue debolezze, ma ti ama perche tu sei tu.
Cosi semplice. E così difficile, direi quasi impossibile.
Forse senza volerlo, questa donna si stava mettendo in sintonia con la teoria delle nuova teologia, che si focalizza sulla nuova metafora di Dio come "amante".
La donna innamorata dice al suo uomo: "Ho la certezza che mi ami così come sono. E questa certezza fa della mia vita una realtà nuova. È come se all’improvviso io potessi finalmente riposare. Mi dà una pace immensa il sapere che mi accetti in tutti i miei momenti di insicurezza, tristezza e gioia. Che mi accetti con tutto il mio passato, con tutte le cose che ho fatto, giuste e sbagliate, con tutte le mie tentazioni e fallimenti e anche con le cose ben riuscite. Tu mi accetti tutta come sono. Non ho bisogno di maschere. Mi ami semplicemente senza chiedermi nulla, senza che ti debba provare nulla".
E continua: "Mi sento accolta per la prima volta nella mia vita ed è una sensazione di pienezza. È come se fossi gravida. Come se avessi appena finito di fare l’amore. Ti sto aprendo le mie porte segrete e tu entri dove nessuno è mai entrato. Ti sto offrendo i miei lati luminosi e oscuri. Mi ti sto concedendo tutt’intera. E vorrei chiederti una cosa: che il nostro rapporto d’amore sia come un labirinto infinito. Porte aperte, e dentro altre porte aperte, come se mai arrivassimo alla fine. Non ci dev’essere fine nel nostro rapporto.
Tu mi stai dando uno sguardo nuovo. A volte sono dura e molto esigente con me stessa e tu stai facendo sì che io mi guardi in altro modo. Grazie a te mi sento ora una donna con molte porte che ancora devono aprirsi. A volte mi scopro persino bella. Stai operando in me molti miracoli. Mi stai curando le ferite del passato. Non so in quale modo, anche se so che la vita è stata molto dura con me. Ora è come se tutto mi si illuminasse d’improvviso, e mi sento felice senza saperne il perché. Come se mi avvolgesse un’ondata di felicità imprevista".
E conclude: "Io ti spero sempre felice, ed è la speranza più bella della mia vita. Dev’essere come quando si aspetta un figlio. Qualcosa di grande mi sta nascendo dentro. Sto nascendo io stessa di nuovo. Tu mi stai facendo rinascere. 
E questo non ha a che vedere con l’infinito?".

Avrebbe potuto essere un soliloquio di un mistico nei suoi incontri con la divinità. Ma ci si può chiedere quante donne e quanti uomini metterebbero la 1oro firma per poter vivere un amore così. Ora, un Dio che amasse la gente in questo modo non avrebbe più bisogno di essere ucciso o combattuto.
Potrebbe essere un Dio beneaccetto, giacché - come afferma Camus - un amore così è l’unico "capace di riconciliare il cuore affranto degli uomini con le primavere del mondo".
Di questo Dio che non ti giudica, che ti accetta come sei senza volerti cambiare, che non esige fedeltà impossibili, le religioni sogliono aver paura.
È pericoloso perché restituisce all’uomo il gusto della libertà e il piacere dei sensi.

Le religioni, invece, sono solite giudicare sulla base del meccanismo sottile del valore del sacrificio, per attanagliare meglio le coscienze nella camicia di forza del senso di colpa.

Ma non è forse l’amore, e non il dolore, ciò che in definitiva ha sempre redento l’umanità?

Anche se è vero, come recita una canzone moderna, che "a volte l’amore è un grande dolore". ...Ma questa è un’altra cosa...
 (Juan Arias)

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